Per la primavera/estate 2015 Guess organizza il “Denim Day”  anche in Italia. L’attività lanciata dalla Guess Foundation, oltre alla presentazione delle nuove tendenze della casa di moda, vuole portare alla luce un tema molto importante ovvero i reati di violenza sulle donne. In una recente intervista Paul Marciano, presidente della Fondazione Guess, spiega l’importanza di sollevare tematiche così importanti che sono ancora una piaga sociale molto forte nella società attuale e che devono essere combattute in prima linea da diversi fronti, anche dal campo della moda. Richiamare l’attenzione dei media per Marciano è una delle priorità, perchè attraverso una comunicazione di impatto e che riesca a coinvolgere il più alto numero di utenti, si può tentare di dar voce al fenomeno della violenza sulle donne cercando di combatterlo, anche se ad oggi le statistiche non ci danno dati molto incoraggianti.

Guess propone per il suo evento Denim Day il Jeans come strumento di protesta, che come sappiamo, è stato negli anni 70 il capo di “ribellione” più usato dalle donne, proprio a volerlo sbandierare come strumento contro lo stupro sulle donne, in memoria di una sentenza della Corte di Cassazione italiana, che annullò una condanna per stupro poiché la vittima aveva i jeans e secondo il Tribunale non avrebbe potuto toglierli senza il suo consenso. Da quel momento portare i jeans aderenti per una donna divenne simbolo di protesta contro i reati di strupro. Ad oggi purtoppo i dati confermano un elevato numero di stupri e femminicidi in Italia e nel mondo.
Con la sua forte simbologia provocatoria Guess non vuole far dimenticare questi episodi e cerca di riportare l’attenzione su tematiche di importanza fondamentale per la società civile.